Nell’atto di fruizione dello spazio urbano ogni cittadino ha bisogni e possibilità diverse, soprattutto se questi cittadini si distinguono tra uomini e donne. Una progettazione urbana egualitaria deve tenere in considerazione le differenze di genere, intese più come differenze nelle condizioni socio-culturali e nella routine quotidiana piuttosto che biologiche.
Partiamo dal presupposto che le donne, rispetto gli uomini, sono più spesso impiegate in lavori part-time e guadagnano generalmente meno; inoltre nella maggior parte delle famiglie, le donne investono una grande quantità di tempo nello svolgere compiti di cura e gestione della famiglia.
Queste differenze a livello economico e nelle abitudini giornaliere generano una lunga serie di effetti che influenzano il loro rapporto con la città: le donne hanno meno possibilità di accesso ad una casa vicina al luogo di lavoro o a zone centrali della città, per questo utilizzano di più i mezzi pubblici, ed inoltre compiono generalmente più spostamenti giornalieri a causa degli impegni di gestione e cura, la cosiddetta “Trip Chain”. Queste considerazioni sembrano scontate, ma in realtà danno vita ad una serie di riflessioni che pongono l’accento sulle differenze tra i tracciati urbani quotidiani di ogni cittadino e le connesse conseguenze comportamentali in termini di accessibilità, sicurezza e benessere.
Mobilità attuale in città: quali effetti sulle donne?
Di conseguenza, quello che generalmente le donne cercano nei mezzi di trasporto, che sono costrette ad utilizzare nei loro molteplici spostamenti quotidiani, sono sicurezza ed economicità. Ovviamente questi due parametri sono soggetti ad una percezione estremamente personale: tuttavia le donne che non avvertono vantaggi nei mezzi pubblici, pongono un forte limite alla loro mobilità, che si concretizza spesso in assenteismo, malattie o impossibilità ad accettare dei lavori lontani da casa.
Questo si riflette in una fisica esclusione dalla fruizione urbana, un limite alle interazioni sociali, una difficoltà di accesso a spazi e servizi e, di conseguenza, rappresenta un limite generico alla qualità della vita.
A tutto ciò si aggiungono anche i temi dell’insicurezza, della paura del crimine e della violenza, soprattutto quella verso le donne.
Mobilità femminile: quali le possibili soluzioni?
Partiamo dunque da quelli che sono i bisogni primari delle donne in ottica mobilità. Sicurezza e protezione sono due aspetti molto importanti; infatti molte donne hanno fatto brutte esperienze o hanno paura della violenza fisica e verbale nei trasporti pubblici e durante il viaggio. Negli ultimi anni le città se ne sono rese conto e stanno cercando di affrontarlo attraverso campagne speciali di sensibilizzazione. Ciò include, ad esempio, una migliore illuminazione alle fermate degli autobus o l’uso di tecnologie come la videosorveglianza o le app per segnalare problemi.
Ma non basta: per le donne è molto importante anche il tema dell’accessibilità: viaggiano spesso con passeggini o molti bagagli che devono poter utilizzare durante il trasporto senza troppe complicazioni.
Un altro punto importante è l’integrazione tariffaria. Nei paesi in via di sviluppo le donne di solito hanno redditi inferiori rispetto agli uomini. Poiché utilizzano mezzi di trasporto diversi e devono pagare individualmente ogni viaggio, spesso spendono più soldi per la mobilità rispetto agli uomini. È quindi molto utile poter utilizzare più autobus o diversi mezzi di trasporto con un biglietto.
Car Sharing: uno strumento utile all’inclusività femminile nei trasporti cittadini
Può essere il car sharing un’opportunità per la fruizione di un servizio che assicuri non solo il movimento, ma che garantisca anche copertura oraria sufficiente, prezzo accessibile e sicurezza del mezzo?
Se proviamo a pensarci, il car sharing può rispondere positivamente a tutti i problemi appena citati. Infatti, consente a qualsiasi utente di usare un veicolo in condivisione con altri automobilisti, prenotando il mezzo nella fascia oraria preferita a costi molto vantaggiosi. Non solo: la fruizione di un’automobile consente di agevolare gli spostamenti delle donne garantendo spazi adeguati, e protetti, per il trasporto di familiari, passeggini e altri oggetti utili alla vita quotidiana femminile.
E-VAI promuove l’inclusività femminile insieme alla mobilità sostenibile
Anche E-VAI car sharing ha a cuore il tema dell’inclusività sociale e di genere, e in questo mese di marzo, dedicato alle donne, ha deciso di attivare una promozione che consente a tutti gli automobilisti di genere femminile di potersi registrare gratuitamente alla piattaforma e di usufruire del 25% di sconto sui noleggi notturni, dalle ore 20.00 alle ore 08.00.
Mobilità sostenibile, data dal recupero dell’utilizzo del suolo urbano e dalle auto elettriche di E-VAI, insieme all’inclusività femminile nei trasporti: questa è la ricetta vincente pensata da E-VAI per un futuro eco-sostenibile alla portata di tutti, uomini e donne.