Condividere un’auto di proprietà dell’azienda è un nuovo modo per creare mobilità sostenibile e introdurre un nuovo concetto di benefit per i dipendenti: ecco come inserirli nel welfare aziendale e perché conviene.
Cos’è il car sharing aziendale?
Anzitutto si tratta di un tipo di mobilità entrata nella vita di ciascuno di noi e consiste nella condivisione di un’autovettura che non è di proprietà di chi la utilizza, ma appartiene solitamente ad una società di car sharing, che la propone a noleggio per un breve periodo. Questa pratica nasce in Svizzera nel 2001 e viene adottata in Italia per la prima volta nello stesso anno grazie ad un’iniziativa da parte dei soci di Legambiente.
Nello specifico, per le aziende si tratta della condivisione con i propri colleghi di un mezzo, di fatto in capo all’azienda, senza averne assegnata una per singolo dipendente.
Il concetto di auto aziendale quindi si evolve da vantaggio esclusivo di poche figure apicali a benefit condiviso, all’insegna dei valori di inclusività in ambito professionale.
Come funziona per i dipendenti?
Dunque come funziona in concreto? Le aziende di solito si avvalgono di società terze che mettono a loro disposizione loro i veicoli e la piattaforma attraverso cui i dipendenti – da desktop o da mobile tramite app – possono prenotare il loro mezzo.
Tramite un unico mezzo di trasporto i dipendenti possono dunque pianificare viaggi di lavoro o tragitti casa-ufficio organizzandosi tra loro. Se l’azienda prevede questo servizio nel piano welfare dei dipendenti, potrà rateizzare in busta paga il costo dei voucher dei dipendenti.
Perché e per chi è conveniente il car sharing aziendale?
Di certo è un buon modo per le imprese di aumentare l’efficienza del parco veicoli, a oggi fermi per più dell’80% del tempo. Inoltre l’offerta di servizi di mobilità smart è una leva di attrazione dei migliori talenti, perché contribuisce positivamente al work-life balance.
Non solo: questo ovviamente ha una ricaduta anche sulla CSR, ossia sulla Corporate Social Responsability. L’azienda, infatti, dimostra di prendere delle decisioni che generano un impatto positivo sulla comunità e non solo per se stessa, e migliora la propria reputazione agli occhi dei consumatori.
Infine, la condivisione di uno strumento di importante come l’auto può incentivare la collaborazione tra colleghi.
E dal punto di vista del dipendente il car sharing aziendale conviene? Sicuramente sì, perché dividendo il costo del viaggio con i colleghi si è dimostrato che si può a risparmiare fino a 1.200 euro all’anno e diminuire le ore trascorse nel traffico o a cercare parcheggio. Inoltre, un’auto condivisa comporta meno preoccupazioni legate alla manutenzione o, meglio, anche queste sono “condivise” con l’azienda.
Perché inserire il car sharing aziendale nel piano welfare?
Tra i vantaggi per l’azienda, infatti, possiamo individuarne altri oltre a quelli già accennati:
- favorire la mobilità sostenibile e migliorare il work-life balance;
- attrarre nuovi talenti, in particolare quelli più giovani, molto attenti al tema della sostenibilità ambientale ma non solo;
- diminuire le emissioni nocive sia perché spesso i veicoli messi a disposizione sono elettrici o ibridi, sia perché la mobilità è condivisa;
- utilizzo di un sistema di fatturazione e manutenzione centralizzato, innovativo e tecnologico.
E anche l’impresa trae importanti benefici da questa soluzione di mobilità condivisa, non solo perché libera risorse finanziarie grazie all’efficientamento della flotta, ma anche perché la condivisione del viaggio tra colleghi può diventare un’importante occasione di crescita dei rapporti professionali ed interpersonali, che favorisce il team building e il confronto tra figure professionali diverse.
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