Conosciuto in tutto il mondo, il “Trenino del Bernina” collega il capolinea italiano, Tirano, alla rinomata località svizzera dell’Engadina, St.Moritz. Il Trenino Rosso, così soprannominato dal colore fiammante dei suoi vagoni, è un gioiello che appartiene alla Ferrovia Retica, e dal 2008 è diventato Patrimonio mondiale Unesco. Lungo un percorso mozzafiato il treno più alto d’Europa, noto anche come Bernina Express, scala le Alpi senza l’uso della cremagliera.
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Trenino Rosso del Bernina: come arrivarci
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Trenino Rosso del Bernina: storia
Il percorso del Trenino Rosso del Bernina è così bello che nel 2008 è stato inserito tra i beni Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, ma da dove nasce?
Tutto cominciò nei primi del ‘900, quando un gruppo di ingegneri ebbero un’idea: mettere in contatto tutta la zona alpina, sia per poter movimentare meglio le merci (che fino ad allora nei mesi invernali a causa del tempo subivano decisamente troppi ritardi), ma soprattutto per costruire un vero impianto turistico che dall’Italia potesse collegarsi alla Svizzera. Una bella linea ferroviaria sarebbe stata la migliore soluzione in assoluto, ma per attrarre la domanda turistica bisognava creare qualcosa di più accattivante.
La tratta Tirano St Moritz venne approvata dal governo centrale il 2 Marzo 1906 e solamente 4 anni dopo, il 5 luglio 1910, vennero aperti tutti i 61 km di binari.
Per la svolta turistica dobbiamo aspettare gli anni 2000, quando vennero inserite nuove cabine con la firma di Pininfarina: 78 posti totali, 34 in prima classe e 44 di seconda classe.
E fu così che nel 2008 il mondo si rese conto della bellezza disarmante, grazie all’inserimento tra i beni Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.…
Il trenino parte da Tirano e arriva a St. Moritz, e ci sono una dozzina di fermate in cui è possibile scendere dal treno per visitare il luogo, per poi risalire sull’express (“il più lento d’Europa”) sempre con lo stesso biglietto.
Trenino Rosso del Bernina: fermata Campolongo
La prima tappa che si incontra appena partiti da Tirano è Campocologno, da sempre territorio conteso tra i Grigioni e Tirano, ma che dal 1521 venne definitivamente annesso ai primi.
L’energia elettrica ha fatto la fortuna di questo luogo, infatti si trova una maestosa centrale elettrica, che dal 1907 è tuttora attiva e funzionante. L’economia del luogo è stata fin dall’inizio florida, lasciando però spazio anche al contrabbando: questo luogo si trovava in un punto tanto strategico che permetteva di scambiare merce, all’oscuro di occhi indiscreti, tra Italia e Svizzera.
Trenino Rosso del Bernina: Campascio, Brusio, Le Prese
Subito dopo Campocologno, si prosegue con un trittico tutto d’un fiato: Campascio, Brusio e Le Prese.
Quindi si inizia da Campascio anche qui torna il tema del contrabbando; infatti queste terre di confine erano luogo ideale per la coltivazione di Tabacco che ormai sono state convertite in piante da frutta e bacche: mele, pere, fragole, lamponi e ribes della zona. Frutta fresca e confetture ormai hanno raggiunto una tale popolarità che sono ormai un vero brand locale che prende il nome di “100% Valposchiavo”.
Risalendo sul treno, si può vedere uno degli scorci più iconici di tutto il viaggio: Brusio è una delle fermate obbligatorie per chi ama le foto. Un viadotto elicoidale, ormai diventato simbolo del trenino rosso, che si sviluppa su 9 campate concentriche.
In realtà, questo giro a 360° era l’unico modo per aiutare il treno a salire di 20 metri, non avendo cremagliera, bisogna mantenere una pendenza non eccessiva.
Successivamente si incontra la fermata Le prese, che si caratterizza per il suo bellissimo lago attorno al quale fare un incredibile passeggiata rilassante e vedere due montagne, la prima che svetta verso l’alto, la seconda che si poggia, orizzontalmente, sul profilo dell’acqua.
Trenino Rosso del Bernina: Cavaglià
La prossima tappa è Cavaglià, dove è davvero difficile sentirsi soli: qui si è sempre in compagnia di cervi, marmotte e caprioli che ogni tanto si fermano a guardare quegli strani animali che si trovano accovacciati e immobili dentro questo gigantesco “serpentone rosso”.
La stazione di Cavaglià è davvero iconica: un tetto spiovente splendido e magico che da lontano può ricordare una tenda da campeggio, nato nel 1912 come albergo e ormai diventato uno dei simboli della ferrovia Retica.
A 10 minuti dalla fermata, se si cammina ai lati della ferrovia, ci si trova vis-a-vis con un parco geologico creato ad immagine e somiglianza del ghiacciaio che ormai da 11mila anni non si fa più vedere. La forza del ghiaccio nei millenni è riuscito a erodere il terreno per creare queste buche che possono arrivare fino a 15 metri di profondità. È un percorso a piedi gratuito, con tanti pannelli che raccontano la storia e la geologia.
Trenino Rosso del Bernina: Alp Grum
Risaliti sul treno, si percorrono circa 1800 metri di metri di dislivello spalla a spalla con ponti e tunnel, con qualche scorcio tra vallate e il maestoso Piz Palù, inconfondibile con le tre creste che scendono verso valle. Si arriva così alla stazione dell’Alp Grum, che simboleggia il gemellaggio tra il trenino rosso e l’Hakone-Tozan in Giappone, con la sua esoterica targa in legno con ideogrammi giapponesi
Alla stazione, non può sfuggire un particolare affisso sulla facciata. Vedrete infatti una targa con degli ideogrammi Giapponesi, che simboleggia lo storico gemellaggio tra il trenino rosso del Bernina e l’Hakone-Tozan giapponese, il gemello del nostro trenino che si trova a sud di Tokyo.
Trenino Rosso del Bernina: Ospizio Bernina
Arrivati al punto più alto di tutto il percorso, si trova l’Ospizio Bernina.
In questa stazione il mondo si ferma davanti all’incanto di questi due laghi che si fanno compagnia a distanza di sicurezza: il lago bianco e il lago nero.
Tanto vicini, quanto differenti, ma comunque in armonia, sono vicinissimi, ma completamente opposti.
Il lago bianco ha un colore lattiginoso, perchè le sue acque provengono direttamente dal ghiacciaio, che lasciando dietro di sé sabbiolina e detriti, fa prendere al lago questa particolare colorazione. Fa trasparire serenità, tranquillità e giustizia, in grado di rispondere al male del mondo con l’amore.
L’altro invece, il lago nero, ha un colore molto più intenso, più vivo, dominante. Le sue acque arrivano da piccoli corsi d’acqua, che nella giusta stagione, lasciano intravedere le trote che, piano piano, si godono il tepore del sole.
Vicino al lago nero si trova un altro piccolo lago piccolo: questi due, decisamente più minuscoli del bianco, sono tappa fissa per gli “adrenaline hunters”, cioè coloro che in inverno cercano l’adrenalina e il divertimento. Infatti molti sciatori e snowboarder, imbragati con fili ed aquiloni, si lasciano trasportare dal vento lungo la discesa.
Trenino Rosso del Bernina: Lablab e Morteratsch
Bernina Lagalb è la fermata per lo sciatore classico. Denominata “la regina delle montagne sciistiche” è stata una delle protagoniste in uno dei film che meglio esprime la poesia della montagna “Cinque giorni un’estate”.
Servono pochi minuti dalla fermata per arrivare a 3000 metri, e qui la vista è mozzafiato, perchè si erge sua maestà il Bernina.
L’ultima fermata prima di St. Moritz è il Morteratsch.
Da qui ci si può godere il meraviglioso abbraccio delle montagne su tutta la vallata: Piz Bellavista, Crast’ Agüzza, Piz Dupòche e infine lui, imperioso nella sua solitudine altimetrica, il Piz Bernina con i suoi 4000 metri.
Insieme a queste bellissime vette vi è il ghiacciaio Morteratsch che nel 1850 ha reso celebre Johann Coaz, grande alpinista, facendolo passare tra le sue insenature e permettendogli di raggiungere per primo la cima del Bernina.
Arrivati alla fermata ci si trova di fronte una scultura, denominata “le lacrime del ghiacciaio”: questa dà il via ad un’incantevole passeggiata che nel corso di un’ora condurrà fino a 2010 metri di altitudine, ai piedi del ghiacciaio.
La camminata è costellata di steli che raccontano l’ingloriosa storia del ghiacciaio, dal 1850 ad oggi. Infatti man mano che si procede si trovano questi pannelli che raccontano il suo ritrarsi nel corso dei secoli. Ogni stele simboleggia le misurazioni dell’estensione di ogni ghiacciaio.
Trenino Rosso del Bernina: St. Moritz
St Moritz è un luogo tanto bello quanto particolare, sembra di entrare in un’altra epoca e fa venire il dubbio se il trenino in realtà non sia una macchina del tempo.
La nascita di St Moritz è avvolta da una storia che inizia a metà ‘800.
È il 1864, e nello stesso anno in cui a Ginevra viene fondata la Croce Rossa, un albergatore chiamato Johannes Badrutt, proprietario dell’hotel Kulm in Engadina, stava ospitando de nobili inglesi, ai quali promise: “signori miei guardate che il vero divertimento è qui in Engadina, vi assicuro che se l’anno prossimo tornerete qui in valle, vi godrete delle giornate in maniche corte sulla mia bella terrazza, farete tanto di quello sport da averne fin sopra i capelli, e vi innamorerete come non mai di queste meravigliose alpi… se così non fosse, vi pago di tasca mia viaggio e soggiorno”.
La fine della storia la conosciamo tutti, St. Moritz da lì a poco diventerà una delle principali mete turistiche invernali dell’Europa intera, accogliendo il nuovo mercato del turismo Alpino, tanto da ospitare ben due volte i Giochi Olimpici Invernali nel 1928 e 1948, ed altri 35.
Con il Bernina si arriva direttamente alla stazione di St Moritz, ai piedi del centro, che si affaccia, grazie ad una bellissima terrazza, sull’intero lago che mette a confronto la cittadina, con i suoi monumenti, e questa interminabile montagna.
Passeggiando per le vie del centro pedonale, si notano subito le luccicanti vetrine di brand di lusso sui due lati della strada, contornate sullo sfondo dalla bella torre pendente.
Indossando, invece, gli scarponcini da trekking, ed incamminandosi verso l’hotel salastrains, seguendo le indicazioni per Corviglia, sarà possibile arrivare alla funivia Chantarella: qui si ritrova la città ai piedi e la vista incantevole del lago. E da qui si può decidere quale dei tanti percorsi intraprendere, non perdendosi però la visita alla celeberrima baita di Heidi.
Finita la passeggiata e prima di ripartire, è tempo di concedersi un dolce regalo: nel locale Hanselmann è possibile gustare “Engadiner Nusstorte”, la classica e famosa torta del luogo, che viene fatta e servita dal lontano 1894.