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Home » Podcast » Monte Isola: storia, come arrivarci e cosa vedere. Fattelo raccontare dal podcast di E-VAI!

Monte Isola è l’isola lacustre più grande d’Europa. Sull’isola vi sembrerà di essere tornati indietro nel tempo poiché non ci sono auto, tranne quella del parroco, del dottore e del sindaco. Gli unici veicoli ammessi sull’isola sono un autobus pubblico, motociclette dei residenti e biciclette, che possono essere traghettate o noleggiate in loco. Monte Isola è collegata alla terraferma da un servizio di traghetti e il punto più comodo e vicino da cui è possibile raggiungere l’isola è Sulzano. Qui è possibile prendere il traghetto per Peschiera Maraglio, antico borgo di pescatori e artigiani dove si producono reti da pesca e da caccia. Questo borgo è molto caratteristico con la seicentesca chiesa di S. Michele e le sue antiche viuzze che salgono ripide verso la montagna. Da qui si possono prendere due strade: una fa il giro dell’isola, l’altra si dirige a nord fino alla fine dell’isola.

Vuoi fartelo raccontare con le avventure di Filippo e Marco? Ascolta la puntata nel podcast di E-VAI!

Monte Isola: come arrivare

Come arrivarci, con E-VAI, è facilissimo: basta noleggiare un’auto E-VAI in una delle oltre 150 postazioni in Lombardia, la ricarica elettrica sarà completa e inclusa nel prezzo.

Una volta saltati a bordo di E-VAI, dall’autostrada A4 Torino-Trieste prendere l’uscita di Ospitaletto, poi seguire le indicazioni per Iseo prima e Sulzano poi. Arrivati a Sulzano, grazie ad E-Vai, si può parcheggiare tranquillamente sulle strisce blu: la sosta a pagamento è inclusa nel noleggio dell’auto grazie all’accordo tra E-Vai e la provincia di Brescia.

Monte Isola: Peschiera Maraglio

Con il traghetto da Sulzano si arriva a Peschiera Maraglio, il punto principale che, fin dal Medioevo, rifornisce tutte le reti e le imbarcazioni dei pescatori di Monte Isola di pescato freschissimo.
Questo posto è uno dei simboli dell’intera isola, in verità uno dei pochi, perché il resto dell’isola è coperto da vegetazione incontaminata.
Infatti, molti turisti noleggiano bici e mountain bike per visitare parchi, riserve naturali e grotte.
Peschiera Maraglio è diventata essenziale negli anni per la produzione di reti da pesca che vengono ancora oggi utilizzate sulle NAER.
È proprio qui che nascono le prime aziende che producono reti da pesca e ovviamente anche il mezzo da cui lanciarle queste reti, ovvero le barche in legno fatte a mano.

Girando per il paesino c’è una macedonia architettonica: strade, archi, scale, case piccole, case medie e case grandi, il castello Oldofredi, costruito poco più di 1000 anni fa.

Questo borgo è diventato famosissimo negli ultimi anni, a partire dal 2016, perché questo luogo è stata la tela naturale dei Floating Piers, installazione artistica ideata creata e realizzata da Christò, che ha costruito una piattaforma galleggiante di un accesissimo colore arancione, che permette alle persone di passare a piedi da Monte Isola a Sulzano.

Monte Isola: Carzano, e la sua Festa dei Fiori

Proseguendo lungo il litorale di Peschiera Maraglio, a piedi o in bici, è possibile arrivare fino a Carzano. Questo paesino è caratterizzato da una bellissima pavimentazione di pietre quadrate e che forma un particolare mosaico astratto che conduce fino al porticciolo che si trova sulla destra. Dal punto di vista architetturale, il paesino è composto da casette colorate e un bellissimo passaggio all’interno del budello che assomiglia a quelli liguri.

La Festa dei Fiori di Carzano, conosciuta da tutti così, in realtà viene chiamata dai residenti “Festa di Santa Croce”. Organizzata ogni cinque anni tra Carzano e Novale, questa festa si tiene nel mese di settembre.

Si tiene da circa 150 anni, dopo che venne scongiurata una grave crisi di colera, così tutti gli abitanti fecero un voto alla Madonna di Ceriola.
In quest’occasione, tutti gli abitanti si impegnano nel creare delle bellissime composizioni floreali, tutte rigorosamente fatte a mano, per trasformare i paesini in sogni colorati.

Il giorno clou di tutta la festa è il 14 settembre: l’esaltazione della Santa Croce viene rappresentata da una processione, lungo i vari paesini, di questa santa reliquia che è conservata dal 700. Durante tutte le giornate precedenti, sulle spiagge del lago ci saranno fuochi d’artificio, feste, bancarelle, ovvero tutto ciò che può far vivere serenamente le sere di fine estate.

Monte Isola: Siviano

Sempre a Nord, ma che dà le spalle a Carzano, ecco Siviano con il suo porticciolo. Una decina di casettine, arroccate l’una sopra l’altra, che si permettono di respirare grazie a qualche viuzza che passa attorno a loro, e che viene intervallata da tantissimi archi ribassati e acuti. A fare da custode c’è la torre Martinengo, che fa compagnia alla torre campanaria della chiesa dei santi Faustina Giovita.
Il porto di Siviano sull’isola è decisamente famoso, in quanto qui si pescava la trota con delle reti lunghe 250 m e larghe fino a 60; oltre le trote si pescavano anche le avole, ma circa 500 anni fa un consiglio del Nord Italia ha definito che esse si potevano pescare solamente nei mesi di giugno e di luglio, per non estinguere la popolazione di questo pesce. Così come anche per le sardelle e i courini.

Monte Isola: Menzino, Rocca Martinengo, Sensole

Menzino è il paese più piccolo di Monte Isola, caratterizzato da uno stile molto medievale infuso principalmente dal Palazzo Zirotti, conosciuto dagli isolani come “casa del dottore; una costruzione del XVII secolo dal quale poi venne costruito tutto il resto del paese. Nel corso degli anni ci fu la volontà di riqualificare questo palazzo con un nuovo centro culturale polivalente, ma poi venne abbandonato il progetto, ma fortunatamente è ancora rimasto visitabile, grazie ai percorsi che sono stati interamente costruiti in legno per non snaturare tutto il complesso architettonico originario.

Guardando in alto si scorge il Castello degli Oldofredi, diventato ora la Rocca Martinengo dopo che da questa famiglia è stata ricostruita ed acquistata.

Per la costruzione del castello fu scelta una delle posizioni più panoramiche di tutta l’isola: uno sperone roccioso rivolto sulla sponda bergamasca esattamente fronteggiante Tavernola, punto strategico perché permetteva di tenere d’occhio tutto il lago da nord a sud.

Oggi il castello è di proprietà privata. Al centro del castello vi è una base quadrata e una bellissima torre che si trova lì dal 1400, anno della sua costruzione. Questa torre è molto importante perché caratterizzata da una vecchia leggenda. Un tempo, uno dei proprietari del castello, veniva ritenuto cattivissimo e spietato, perché a giorni alterni si divertiva ad affondare i pescherecci con il suo cannone dalla torre di guardia del castello nel momento in cui le barche avvicinandosi alla fortezza, decidevano di non ammainare la vela. Il gesto di ammainare la vela era ovviamente un gesto di rispetto e di sottomissione nei confronti del signore che si trovava a dover vedere il suo paesaggio di fronte gli occhi deturpato senza una soluzione.

Affondò così tante imbarcazioni che diventò un serio problema per la zona; allora si decise di rendere questo gesto di sottomissione da parte dei pescatori, un gesto obbligatorio, non tanto verso il signore del castello, quanto verso la beata vergine che sull’isola era da sempre fonte di ispirazione per le preghiere dei fedeli, dipingendola su uno scoglio, denominato scoglio di Herf, e da qui nacque l’iconografia della Madonna della Ceriola.

Il castello da una parte fa l’occhiolino a Menzino, e dall’altra parte l’occhio lo strizza a Sensole. Questo paesino è il preferito di chi decide di fare un bel pic nic per pranzo oppure un bell’aperitivo per concludere la serata guardando il rosso del tramonto che si staglia sui fianchi delle montagne e delle colline.Questo golfo zona viene chiamata “golfo degli olivi”, data la sua particolare vegetazione.

Monte Isola: Madonna della Ceriola

Tornando a Peschiera Maraglio, finito il giro sul perimetro dell’isola, e tenendo il porto sulla destra, si può arrivare ad un incrocio che porta al santuario della Madonna della Ceriola e a Senzano. Dirigendosi così nell’entroterra dell’isola, si imbocca una stradina che porta a Senzano, un bellissimo paesino arroccato con vista lago d’Iseo. Proseguendo ancora dritti, si arriva a Cure, un’altra località composta da poche case arroccate sulla roccia.

Salendo ancor di più dopo Cure, si arriva finalmente al santuario della Madonna della Ceriola.

Questo luogo ha delle origini davvero antichissime. Era da poco iniziata la fine dell’impero di Roma, quindi intorno all V secolo d.C., e San Vigilio, famosissimo e irreprensibile vescovo di Brescia, decise di espandere la fede cristiana nella zona del Sebino, dove vigeva imponente e imperioso il culto della dea pagana Iside. La fede in Gesù Cristo iniziò a prendere piede, impiantando il culto della sacra devozione alla Madonna.
Come simbolo per rappresentare questo cambiamento all’interno di Monte Isola, decise di far costruire una piccola cappella, dedicata alla beata vergine Maria. Questo simbolo doveva esprimere e comunicare la purificazione della zona da tutte quelle che erano le varie credenze pagane, ovviamente, non accettate dalla chiesa cattolica. Questa cappella divenne la prima parrocchia di tutta l’isola, chiamate inizialmente Santa Maria de Curis, poi rinominata Madonna della Ceriola.

Era il 14 marzo del 1580, e l’arcivescovo di Milano, San Carlo Borromeo, decise di restaurarla completamente cambiando la struttura e l’architettura originale della costruzione: un nuovo presbiterio, una nuova cancellata in ferro per dividere zona sacra e zona dei fedeli, un nuovo tetto a botte, e ai lati due cappelle per collocare l’altare di San Fermo e successivamente una pala raffigurante San Giuseppe.

Si susseguirono altri e numerosi cambiamenti nel corso degli anni: nel 1750 venne costruito un bellissimo campanile in granito e venne fatto un opportuno adattamento della facciata; a metà del primo quartile del 1800, in una cupa sera di inizio estate dove le luci delle candele si alternano alla luce dei lampi e il rumore dei fulmini, si scrostò l’intonaco di una parete facendo apparire magicamente ciò che stava sotto ovvero un affresco ancora perfetto di un Cristo Ecce homo di Giovanni da Marone.

La vista fuori dal santuario, ed anche dalla strada con le varie cappelle che portano fino al suo cospetto, è talmente bella da rimanere senza fiato.

Monte Isola: vista a 360° su tutto il lago

Esattamente all’opposto rispetto all’entrata del santuario, si trova uno sperone di roccia che permette di avere una vista a 360° su tutto il lago d’Iseo e su tutte le montagne che circondano questo bacino d’acqua: il Pizzo Coca e il Pizzo di Redorta che superano i 3000 metri, il Pizzo del Diavolo di Tenda che i 3000 quasi lì raggiunge, e poi a scendere la Cima Soliva, il Pizzo di Cigola, il Monte Kia Bianca, il Monte Predella e così via, c’è l’imbarazzo della scelta.

Finito il sentiero in discesa, ci si ritrova sulla strada dalla quale si è saliti per raggiungere Cure, e da qui si ritorna a Peschiera Maraglio, pronti per riprendere il viaggio di ritorno verso Sulzano.

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