Un emozionante tour on the road con il car sharing elettrico di E-VAI.
La Lomellina è un territorio affascinante. Qui acqua e terra della Pianura Padana si accostano a elementi architettonici che racchiudono la storia e le vicissitudini di questi luoghi.
Terra di mondine, questa vasta area pianeggiante è famosa già dal Quattrocento per i suoi 60.000 ettari di risaie, e per l’ampia presenza di rogge, fiumi, torrenti e canali che le alimentano. D’altro canto, sempre qui, potere spirituale e temporale si sono contesi da sempre le grandi ricchezze agricole della zona, tanto che, se da un lato la Lomellina era chiamata “il granaio del Ducato di Milano” per la prosperità dei suoi terreni, dall’altro, oggi è più conosciuta come “la Piccola Loira di Lombardia”.
Una gita da queste parti, infatti, non può esimersi dal visitare i tanti borghi costellati di abbazie e castelli che riportano alla mente monaci medievali e principi rinascimentali.
Un’area pianeggiante e sconfinata tutta da scoprire, magari con un vero e proprio tour on the road in auto tra gli incantevoli paesaggi della Lomellina.
In Lomellina con E-VAI: un viaggio nella natura con un veicolo sostenibile
E il car sharing elettrico di E-VAI ha il vantaggio di essere a basso impatto ambientale e di essere presente nei piccoli e grandi comuni della Lombardia. Arrivare in Lomellina dalla vicina Pavia o, in meno di un’ora, da Milano, è davvero molto semplice e comodo.
Si può infatti scegliere di noleggiare un’auto E-VAI per un’intera giornata o sole due ore o più, con la certezza che sia il viaggio di andata che quello di rientro, saranno confortevoli, sicuri e, soprattutto, in perfetta sintonia con l’ambiente circostante.
Basta cercare, tramite l’app la postazione più vicina, procedere in pochi click al noleggio, mettersi comodi alla guida e iniziare un incredibile viaggio on the road tra castelli, abbazie e risaie della Lomellina.
Un territorio da proteggere a tutti i costi: i castelli della Lomellina
La Lomellina è stata da sempre una zona di confine. Un’area strategica e fondamentale, da difendere a tutti i costi, e che, non a caso, ha visto combattere cruenti battaglie durante i secoli.
Questa particolare importanza strategica data alla zona si è concretizzata in fortificazioni più o meno imponenti, che costellano ancora oggi il territorio, arrivando a contare ben 26 tra castelli e manieri. Ne consigliamo qui alcuni, ma la scelta è veramente ampia:
Il Castello di Sartirana
Gian Galeazzo Visconti lo fa costruire verso la fine del 1300 su progetto del capitano Jacopo dal Verme e gli Sforza, in seguito, lo rafforzano. A imporsi nella struttura è il particolare torrione, ottagonale alla base, cilindrico a metà altezza e a pianta quadrata sulla sommità.
E se il fossato che lo circonda e le torri angolari rimandano al classico castello presente nell’immaginario comune, ciò che lo distingue, invece, è la “Pila” al suo interno, un’antica riseria risalente al XVII secolo.
Il Castello di Valeggio
A differenza del precedente, il Castello di Valeggio esce da ogni schema architettonico, con la sua anomala forma trapezoidale e le sue sette torri, alcune delle quali a pianta tonda, altre quadrata, disposte oltretutto in maniera asimmetrica per agevolare una migliore difesa. Insomma, proprio le sue peculiarità e unicità lo rendono una delle testimonianze storiche più affascinanti e interessanti della Lomellina.
E se questi non sono che pochi esempi della varietà di castelli presenti in zona, serve almeno qualche altra riga di testo per elencare tutti gli altri luoghi dove, in Lomellina, sorge un castello: Gropello Cairoli, Villanova di Cassolnovo, Mede, Tortorolo, Garlasco, Parasacco, Frascarolo, Castello d’Agogna, Scaldasole, Cozzo, Gambolò, Alagna, Lomello, Robbio, Rosasco, Palestro, Valle Lomellina, Celpenchio, Galliavola, Torre Beretti, Olevano, Gambarana e Pieve del Cairo.
Cluniacensi, cistercensi e benedettini: ora et labora nelle abbazie della Lomellina
Ma, come detto, alle battaglie dei principi ha fatto spesso da contrappeso, nella storia di questa zona, la ricerca di una spiritualità che ha trovato, nei diversi ordini monastici della zona, la sua più chiara espressione.
La Lomellina, è infatti, una zona ricca di edifici sacri tra chiese, battisteri, pievi e abbazie.
E dopo i castelli, saranno, infatti, proprio queste ultime, le abbazie, le ulteriori tappe del tour on the road sulle strade lomelline.
L’Abbazia di San Valeriano a Robbio
Quando, intorno al 1081, la famiglia Da Robbio cede alcuni terreni all’Ordine dei cluniacensi, questi non esitano a costruirvi la loro abbazia. Il modello è quello della più illustre abbazia di Cluny, in Francia, con il chiostro affiancato, un campanile e il battistero proprio di fronte alla facciata.
Un documento del 1236 riporta che, in un’antica cripta sotto l’abside, fossero state custodite in passato le reliquie di S. Valeriano, mentre un recente e imponente intervento di recupero durato ben dieci anni, ha riportato la chiesa agli splendori di un tempo così che oggi è possibile visitare tutta la struttura, comprese le parti originali rimaste.
L’Abbazia d’Acqualunga a Frascarolo
E dai cluniacensi si passa ai monaci cistercensi stanziatisi nella zona di Frascarolo, nella parte ovest della Lomellina, quasi al confine con il Piemonte, là dove scorreva un vecchio canale del Po, denominato Acqua Longa.
Qui, ad opera dei monaci che si occupavano delle bonifiche dei terreni tra il fiume Sesia e il Po, sorse l’Abbazia Acqualunga, della quale ancora oggi è conservata la chiesa monastica del XII-XIII secolo, il palazzo abbaziale e le strutture utilizzate per l’agricoltura tra il XVIII e il XIX secolo, testimonianze importanti delle attività produttive per cui la Lomellina era nota sin dal Medioevo.
L’Abbazia di San Pietro a Breme
Molti dei luoghi sacri della Lomellina si trovano su quella direttrice un tempo nota come Via Francigena. E proprio qui, presso il borgo di Breme, troviamo, infatti, l’Abbazia di San Pietro, centro benedettino strettamente collegato alla più celebre abbazia di Novalese, in Val di Susa.
Da quest’ultima, infatti, e dalle scorrerie dei pirati saraceni, fuggirono i monaci, portando con loro arredi sacri, libri e oggetti preziosi. Alcuni di loro si spostarono tra il fiume Po e il Sesia, una zona tranquilla, fertile e rigogliosa, ideale per mettere in pratica il motto benedettino Ora et labora, ma soprattutto per erigere un nuovo edificio religioso dedicato a San Pietro.
La storia di questo luogo si lega, ancora una volta, ai Visconti, padroni di Milano, che trasformarono il borgo di Breme in un presidio militare e l’abbazia in una fortificazione difensiva. Ma a completare l’abbazia nella sua forma definitiva furono sempre i monaci, questa volta dell’Ordine degli olivetani, che, subentrati intorno al 1500, realizzarono l’edificio attuale e il particolare campanile che lo caratterizza.
L’elenco dei castelli e delle abbazie di questo territorio non è terminato, non resta che altro che tornare a bordo della nostra auto elettrica E-VAI e continuare a girare per la Lomellina in totale libertà, per rendersi conto che in queste terre c’è ancora molto da scoprire.